Editoriale Meglio di una casa ben costruita… In una memorabile lezione tenuta lo scorso 26 gennaio al Teatro Argentina, in occasione della seconda conferenza del ciclo «Luce sull’Archeologia» dedicata alla figura di Enea, Antonio Marchetta – professore di lingua e letteratura latina alla «Sapienza» di Roma – ha aperto il suo intervento con il seguente ammonimento: «La memoria è la luce della nostra vita, personale e collettiva; ma della luce della memoria accade come della luce del sole, la quale è sí fonte di vita, ma se la fissiamo in modo sbagliato, può accecarci. Dunque, complesse e controverse sono le dinamiche della memoria nel farsi e disfarsi delle vicende umane». Riferita all’esempio straordinariamente articolato e profondo offerto, in questo caso, dalla dialettica fra memoria troiana e la nuova realtà territoriale del Lazio quale emerge nell’Eneide di Virgilio...
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«Ma in verità non c’è gloria se non per gli artisti che dipinsero quadri»: cosí Plinio il Vecchio, in un passo della sua Naturalis Historia (35, 118), ci informa sull’importanza della pittura su tavola nelmondo antico e di come in essa si dovesse addirittura riconoscere la grande arte. Le parole del naturalista ci offrono inoltre alcune indicazioni sul ruolo dell’artista e sulla sua influenza all’interno della società: dapprincipio legati esclusivamente all’attività politica e sociale, tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C. i pittori divengono figure sempre piú autonome,
Lorenzo FabbriFlora e il suo culto a RomaLeo S. Olschki Editore, Firenze, 278 pp.,11 figg. col. f.t.30,00 euroISBN 978-88-222-6619-4 www.olschki.it Recensione originariamente pubblicata su Archeo n. 418 – Dicembre 2019 Torna all’elenco delle recensioni Tra gli Indigitamenta, cioè negli elenchi fissati dai pontefici romani per stabilire quali numi occorreva invocare in determinate circostanze e quali riti relativi dovevano essere compiuti, figura anche una «Signora dei fiori». È Flora, «colei che fa fiorire gli alberi da frutto», e compare tra i nomi delle potenze preposte alle fasi del lavoro agricolo, insieme, per esempio, a Sterculinus, che rende efficace la concimazione, a Seia, che protegge il seme nella terra, a Proserpina, che veglia sulla germinazione del grano, a Patellana, che fa germogliare la spiga.Il culto di Flora – condiviso anche da Latini, Sabelli e Osci – aveva un...
Editoriale Due regali molto speciali «Quando cade un lampo e riecheggia un tuono possono verificarsi eventi umani e sovrannaturali». Lo sostiene una delle rarissime fonti scritte di cui disponiamo per la conoscenza del pensiero religioso degli Etruschi, il cosiddetto calendario «brontoscopico». Ora, non sappiamo se il brontolio di un tuono (in greco bronté, appunto) – alla cui osservazione gli antichi si dedicarono allo scopo di trarne presagi – abbia accompagnato o meno le due notevoli scoperte di cui parliamo in questo numero. Dovremmo chiederlo agli scopritori stessi. Sicuramente, però, si tratta di due «eventi»: il piú sensazionale risale – pensate – al settembre del 2010 ed è rimasto nascosto per tutti questi anni («Archeo» ne dà la notizia in esclusiva, a partire dalla copertina). Il secondo, invece, risale al settembre scorso… La presentazione al pubblico di un...
Archeo Monografie n. 34 – Dicembre 2019/Gennaio 2020 Si dice che a Catone il Censore sia bastato un cesto di fichi per convincere i riottosi senatori romani della necessità di distruggere Cartagine. Fichi di Libia, venduti freschi al mercato cittadino. «La terra che li ha prodotti dista solo tre giorni di viaggio da Roma», diceva Catone al rientro da una missione diplomatica nella metropoli africana nel 150 a.C. Oggi basta un’ora di volo per fare il viaggio. Quindici minuti di taxi e ci si trova sulla Byrsa, quel colle che Elissa/Didone, profuga da Tiro, avrebbe comprato dai nativi per riposare con i suoi migranti: giusto quel tanto di terra che poteva essere contenuto da una pelle di bue (byrsa questo vuol dire, in greco), poi tagliata in strisce sottili, cosí da comprendere l’intera collina. Qui il panorama è unico al mondo: intorno s’ammirano le rovine della città che fu di...
Editoriale Attualità di Poseidonia Da piú di vent’anni, ogni autunno Paestum si trasforma per qualche giorno da splendido e silenzioso luogo di ricerca e meditazione in un grande momento di incontri e commerci internazionali. L’antica città si anima, accoglie centinaia di oratori provenienti da ogni angolo del globo, riunisce in una reinventata piazza del mercato venditori che decantano la propria merce. Anche quest’anno – dal 14 al 17 novembre – si terrà la Borsa Mediterranea delTurismo Archeologico, giunta, grazie all’iniziativa del suo ideatore e instancabile promotore, Ugo Picarelli, alla sua 22esima edizione. E cosí, Paestum riapre le sue porte al mondo. Per chi non abbia ancora visitato questo luogo straordinario, dobbiamo ricordare che Paestum è una città greca su suolo italico come non se ne conoscono altre, la piú importante di tutti i centri urbani dei Greci in Occidente...
Archeo Monografie n. 33 – Ottobre/Novembre 2019 Quello dell’antica Roma è uno dei capitoli piú avvincenti della storia universale. L’Urbe ebbe un destino straordinario: da piccolo villaggio di pastori riuscí a dare vita a un grande impero che cambiò il volto del mondo. La storia di Roma inizia nell’VIII secolo a.C. e, per convenzione, termina nel 476, anno della deposizione di Romolo Augustolo, ultimo imperatore dell’impero romano d’Occidente, a opera di Odoacre: un periodo lungo piú di dodici secoli. A ciò si deve aggiungere che in Oriente uno Stato con il nome di Roma, con le sue istituzioni e con tutto il patrimonio di cultura politica e amministrativa specificamente romana, sopravvisse ancora per molto tempo, sino al 1453, anno della caduta di Costantinopoli per mano degli Ottomani. Roma rimase per molto tempo una città-stato e mantenne questa dimensione anche quando...
Editoriale L’ora di Damasco È forse per un eccesso di cautela – motivato, perché no, da una certa dose di scaramanzia – che nelle nostre passate cronache siriane non abbiamo mai affrontato le sorti di una delle principali istituzioni culturali del Paese vicino-orientale, il Museo Nazionale di Damasco. Situato nella capitale, a pochi minuti dal simbolo della città, la Grande Moschea degli Omayyadi (sorta sui resti di una chiesa bizantina, a sua volta costruita sulle rovine di un santuario romano e, ancor prima, siriaco), il Museo ha superato indenne le tragedie che hanno colpito – e, purtroppo, tuttora investono – la Siria: una condizione fortuita e rara, a fronte di un panorama che, per altri versi, continua a rivelarsi sconsolante (segnaliamo, a questo proposito, la vicenda dello straordinario mosaico trafugato dalla martoriata Apamea, di cui potete leggere alle pp. 8-10)...
Editoriale Scultori senza tempo È doveroso aprire questa pagina segnalandovi, cari lettori, la splendida mostra aperta fino al 30 giugno, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, grazie alla quale possiamo partecipare a quel geniale, inedito processo creativo che portò il figlio di uno scalpellino veneto a creare una «nuova» arte classica, destinata all’eternità quanto il suo modello d’ispirazione. Di «Canova e l’Antico» ci parlano, in questo numero, uno dei maggiori studiosi dell’artista, Giuseppe Pavanello, il direttore del museo partenopeo, Paolo Giulierini, e il nostro Giuseppe M. Della Fina (che ci ricorda come il massimo esponente del neoclassicismo fosse anche impegnato nella politica di tutela: nell’estate del 1815, infatti, Canova si reca a Parigi per inventariare le opere d’arte antica trafugate da Napoleone e poi riportarle in Italia). Di indubbio interesse è, inoltre...
La raccolta integrale dei video di tutti gli appuntamenti dell’edizione 2018 della rassegna «Luce sull’Archeologia» al Teatro Argentina di Roma.
Il tema dell’edizione 2018 della rassegna era: «Roma e il Mediterraneo».
14 gennaio – Il viaggio di Enea
4 febbraio – Da mare a mare
18 febbraio – Roma e Annibale
8 aprile – Il lusso dall’oriente
15 aprile – Roma verso l’Egitto
22 aprile – Popoli del mare nel Mediterraneo antico
13 maggio – Matera lucana tra greci e romani