Archeo Monografie n. 46 – Dicembre/Gennaio 2021-22
Nel descrivere la presenza di stranieri e barbari a Roma in età imperiale, ci occuperemo in particolare di personaggi di condizione libera, provenienti da territori che non facevano parte in maniera diretta dell’impero; oppure di quanti abitavano nelle aree di frontiera tra lo spazio dominato dal popolo romano e quello delle popolazioni esterne all’impero (gentes externae). Dunque, non faremo riferimento alla presenza di tante comunità di «stranieri» /peregrini che abitavano le province dell’impero e vivevano in gran numero a Roma, in alcuni casi da secoli.
Piuttosto, la nostra attenzione sarà concentrata su individui e gruppi che arrivavano da territori non direttamente amministrati dal governo imperiale, percepiti come esterni e lontani dagli stessi Romani. Occorre specificare che il concetto di barbaro non implica necessariamente un valore peggiorativo o dispregiativo nella visione dei Romani. I barbari appartengono piuttosto alle gentes externae, agli «stranieri» che vivevano fuori dall’impero e che venivano a Roma per diverse ragioni, soggiornandovi più o meno a lungo. Per quanto riguarda la tarda antichità (IV-VI secolo), ci occuperemo, d’altra parte, anche di barbari e stranieri che raggiungono Roma con intenzioni ostili. In particolare, analizzeremo gli eventi traumatici che, durante il V secolo, videro a piú riprese popolazioni barbariche aggredire Roma, dando luogo ad almeno tre «sacchi» della città.
Una comunità aperta
E tuttavia, oltre alle situazioni di emergenza e ai conflitti, anche nei secoli turbolenti della tarda antichità è possibile descrivere la presenza a Roma di comunità di barbari che abitano in città per lungo tempo e, in alcuni casi, tendono a integrarsi sotto molteplici punti di vista.
La disponibilità di Roma ad accogliere gli stranieri rappresenta un carattere identitario della città fin dalle sue lontane origini: quando la città iniziò a espandersi, divenne in talune circostanze una prassi di governo nelle relazioni con le altre genti. Anche quando raggiunse le dimensioni di un grande impero, Roma continuò ad attrarre e includere individui e popolazioni che fossero intenzionati a vivere nello spazio romano, ponendo come condizione quella di ammettere la supremazia del popolo romano. A questi gruppi o individui veniva del resto richiesto un atto di… (Continua la lettura sulla monografia di Archeo in edicola o abbonati!!)
Umberto Roberto
Professore ordinario di storia romana presso l’Università degli Studi di Napoli «Federico II».
Scorri il sommario
INTRODUZIONE
Storie di gentes externae
STRANIERI E BARBARI IN ETÀ IMPERIALE
Un capitale al centro del mondo
LA GUARDIA IMPERIALE
I Germani, custodes del principe
ALARICO A ROMA
Il grande oltraggio
VALENTINIANO E I VANDALI
Il trionfo di Genserico
LA ROMA DI RICIMERO
L’uomo della provvidenza
IL TERZO SACCO DI ROMA
Una guerra civile
LA ROMA DI FLAVIO VALILA
Un benefattore alla fine dell’impero d’Occidente
IL REGNO OSTROGOTO
Quei barbari che ammiravano Roma