Editoriale
IL RITORNO DI ATTILA
Se non altro per il silenzio stampa imposto per due settimane, la notizia di una serie di attentati «iconoclasti» avvenuti il 3 ottobre scorso in tre dei piú importanti musei di Berlino merita attenzione. Ma vediamo i fatti: il celebre Pergamon Museum, situato al centro dell’Isola dei Musei della capitale tedesca, era stato appena riaperto (dopo mesi di chiusura dovuti all’emergenza sanitaria), quando una o piú mani ignote ne hanno percorso le sale, imbrattando una settantina di oggetti esposti con un non meglio identificato liquido oleoso. Il tutto in pieno giorno e senza che nessuno, tra visitatori e personale di sorveglianza, se ne sia accorto. Tra le vittime piú illustri cosparse delle micidiali macchie figurano la grande statua in basalto di un rapace daTell Halaf (I millennio a.C) e il sarcofago in pietra calcarea cosiddetto «del profeta Amose», di epoca tolemaica (seconda metà del IV secolo a.C.).
Ora, anche se il danno arrecato ai reperti non è gravissimo e neanche irreversibile, il misfatto ha suscitato forte preoccupazione tra i responsabili scientifici (i musei colpiti – il Pergamon Museum, il Neues Museum e la Alte Nationalgalerie – sono gestiti dalla Fondazione del patrimonio culturale prussiano, un’istituzione dipendente dal Ministero della Cultura della Germania) e tra le stesse autorità comunali. Sia per le modalità con cui si è svolto, sia per la sua entità (si tratta di «uno dei maggiori attentati iconoclastici nella Germania del dopoguerra», recita un articolo dell’autorevole settimanale Die Zeit), ma anche per un altro aspetto inquietante: l’aggressione ai musei berlinesi si è svolta nel giorno in cui si celebra l’unità tedesca, una ricorrenza dal forte valore simbolico.
Fino a oggi, nessuno ha rivendicato l’azione e altrettanto misteriose rimangono le motivazioni che possono averla indotta. Eppure qualche sospetto si fa strada e nel mirino delle indagini sono finite le deliranti esternazioni in rete di un noto teorico complottista di estrema destra (e negazionista del Coronavirus) che, nella scorsa estate, avevano avuto come oggetto proprio il Pergamon Museum. In esse, il piú celebre monumento conservato nel Museo che da esso prende il nome – il Grande Altare di Pergamo – viene definito come «trono di Satana e centro della scena satanista globale e dei criminali del Coronavirus». E, in un post del 23 agosto, invoca la distruzione del capolavoro ellenistico, «fonte di ogni male sulla terra». Chissà quale nefasto cortocircuito mentale ha portato alle astruse (e pericolose) associazioni espresse dal sinistro personaggio. Il cui nome, forse non del tutto a caso, è «Attila» Hildmann (vedi anche a p. 82).
Infine, un avviso ai lettori: l’emergenza Covid che tanto accende la fantasia di complottisti e negazionisti ha, purtroppo, colpito anche la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. La manifestazione, che da 22 anni si tiene a Paestum e di cui «Archeo» è media partner, non potrà svolgersi nel periodo previsto (19-22 novembre). Verrà, invece, posticipata, lasciando immutato il programma, alla primavera del 2021, dall’8 all’11 aprile…(Continua la lettura sul numero di Archeo in edicola o abbonati!!)
Andreas M. Steiner
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EDITORIALE
Il ritorno di Attila
di Andreas M. Steiner
Attualità
NOTIZIARIO
SCAVI
Torna alla luce, ad Aquileia, un tratto della strada che un tempo conduceva alle regioni del Nord, offrendo nuovi dati sull’assetto topografico della città
IN DIRETTA DA VULCI
Le indagini condotte sulle tombe etrusche di Vulci vedono coinvolti, oltre agli archeologi, anche gli antropologi. Il cui contributo è decisivo per ricostruire l’identità e lo stile di vita dei defunti
A TUTTO CAMPO
Sulle tavole di Etruschi e Romani si gustava frutta a volontà, come confermano le indagini condotte da archeologi e paleobotanici
PAROLA D’ARCHEOLOGO
L’Italia ha ratificato la Convenzione di Faro: un passo importante per il coinvolgimento dei cittadini nella tutela del patrimonio
LA DEMOCRAZIA NEL CUORE
L’evoluzione del diritto
di Louis Godart
RESTAURI
La piú bella di tutte
di Cristina Ferrari
L’INTERVISTA
Poche parole e molti sguardi…
intervista a Corrado Petrocelli, a cura di Silvia Camisasca
ESCLUSIVA
Troppo etruschi per essere veri
di Stephan Steingräber
ARCHEOLOGIA DELLE NAZIONI/5
Dalla parte dei barbari
di Umberto Livadiotti
MOSTRE
Quando Raffaello prese carta e penna…
di Giuseppe M. Della Fina
SPECIALE
I misteri della valle di Zhob
di Massimo Vidale
RUBRICHE
SCAVARE IL MEDIOEVO
Mediatori di civiltà
di Andrea Augenti
L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA
Dalla peste di scampi il Cavaliere!
di Francesca Ceci
LIBRI