Archeo Monografie n. 52 – Dicembre/Gennaio 2022-23
Dopo l’assassinio di suo padre adottivo, Giulio Cesare, alle idi di marzo del 44 a.C., l’erede designato Ottaviano dovette subito calarsi nel suo ruolo. Aveva solo diciotto anni ma non si lasciò intimorire e cominciò a operare per divenire, in pochi anni, l’incontrastato signore di Roma.
A diciassette anni, Gaio Ottavio seguì Giulio Cesare in Spagna per l’ultima battaglia dell’imperator contro l’oligarchia repubblicana. Umiliati a Farsalo in Tessaglia, fatti a pezzi a Tapso in Africa, gli oligarchi e i seguaci di Gneo Pompeo (figlio di Pompeo Magno), addossandosi alle alture di Munda (località della Spagna meridionale, n.d.r.), ancora una volta si affidarono all’azzardo delle armi.
Anno di Roma 708 (45 a.C.), 17 marzo, festa di Bacco. Si combatte dall’alba al tramonto. Lo stesso Cesare, sceso da cavallo, imbraccia lo scudo e si schiera in prima linea con i veterani della Decima.
Ma, spezzato il fronte dei pompeiani, la battaglia si trasformò per loro in una immane carneficina. Le migliaia e migliaia di morti, accatastati gli uni sugli altri come fossero legna da ardere, rivelarono al giovane Ottavio il volto nudo della guerra civile. Feroce, spietata, senza pietà. Non lo avrebbe mai dimenticato.
Era di natura freddo, lucido. A distanza di tre anni avrebbe ripetuto la lezione di vendetta politica (Continua la lettura sulla monografia di Archeo in edicola o abbonati!)
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GLI ESORDI
I primi passi di un dominatore
LA SCALA AL POTERE
Tessere la tela
LA CONSACRAZIONE
Un uomo solo al comando
PUBBLICO E PRIVATO
Il lato oscuro della gloria
APOTEOSI ED EPILOGO
Verso il commiato