Archeo Monografie n. 41 – Febbraio/Marzo 2021
Arbitrio, bellezza e cultura
«La sete di bellezza è condivisa da ogni popolo. È un fenomeno universale, che si ritrova in ogni luogo e in ogni tempo. Per la civiltà occidentale, gli aspetti della bellezza, come si materializzarono nel mondo dell’antica Grecia, rappresentano conquiste estetiche con le quali l’umanità si è confrontata nel corso dei secoli, fino a oggi. Dall’età preistorica, dai mondi cicladici, minoici e micenei all’espressione dell’ideale classico, ma anche con i suoi riflessi sull’arte e il senso del bello che a Occidente emersero per la prima volta nel pensiero di Platone e Aristotele, l’antichità greca crea forme ideali, modelli e regole di eccellenza estetica nelle arti visuali, nell’architettura e nella letteratura…». Stiamo citando le parole di un viceministro che cosí ha introdotto, nel 2018, una importante mostra organizzata al Museo Archeologico Nazionale di Atene, intitolata «Gli infiniti aspetti della bellezza». Attenzione, però: possono sembrare parole gratificanti e, a prima vista, non contestabili; ma se ci fermiamo a riflettere, dubbi e domande non mancheranno. In primis, non sarà per caso, questa, una visione un po’ etnocentrica? L’esperienza estetica dell’arte classica si è evoluta in modo cosí lineare, e ha avuto davvero un valore tanto universale? Nel viaggio che stiamo per intraprendere, cominceremo col discostarci dai dettami dell’estetica del mondo classico (e, se vogliamo, dai preconcetti che tali dettami hanno instillato nella cultura occidentale… (Continua la lettura sulla Monografia in edicola o ABBONATI ORA!)
Scorri il sommario
INTRODUZIONE
Arbitrio, bellezza e cultura
PREISTORIA
Comunicare col volto
EGITTO
Colori nell’oscurità
NEFERTITI
Colei che viene nella bezza
VICINO ORIENTE
«Ginocchia succose come mele»
GRECIA E ROMA
Quell’ossessione subdola e magnifica