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Copertina del libro «IL MESTIERE DELL'ARCHEOLOGO» di Daniele Manacorda ISBN 9788872289099
Libri

IL MESTIERE DELL’ARCHEOLOGO

Recensione originariamente pubblicata su Archeo n. 424 – Giugno 2020

Daniele Manacorda
IL MESTIERE DELL’ARCHEOLOGO
Edipuglia, Bari,
601 pp., ill. col. e b/n
50,00 euro
ISBN 978-88-7228-909-9
www.edipuglia.it

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Come scrivono i curatori (Nicoletta Balistreri, Giulia De Palma, Valeria Di Cola, Giulia Facchin, Mirco Modolo e Adelina Ramundo), questo volume è nato dal loro desiderio di rendere omaggio a Daniele Manacorda, che è stato loro professore, confezionando al tempo stesso una raccolta capace di svelare che cosa bolla nella «pentola dell’archeologia».
E, per farlo, hanno scelto di riunire i contributi che Manacorda ha pubblicato sulle pagine della nostra rivista nell’arco di oltre trent’anni. Ne è scaturita un’opera vasta e ricca di stimoli, attraverso la quale si può leggere, in filigrana, il cammino compiuto dall’archeologia – italiana ma non solo – nel corso degli ultimi tre decenni, non tanto in termini di nuove acquisizioni e scoperte, quanto piuttosto sotto il profilo metodologico e teorico (o teoretico, come lo stesso Manacorda preferisce definire questo aspetto della disciplina). Per chi, come lo scrivente, da piú di vent’anni lavora ogni mese sulle fatidiche «quattro cartelle» che giungono puntuali in redazione, è difficile abbozzare una recensione di tipo tradizionale al volume, ma ci sono almeno un paio di aspetti essenziali che è importante sottolineare e che hanno sempre costituito il filo conduttore dei ragionamenti di volta in volta proposti.

Il primo è senza dubbio la visione di un’archeologia mai isolata, ma sempre organicamente legata ad altre discipline, con le quali stabilire un confronto costante: una strada, quella della multidisciplinarietà, lontano dalla quale è difficile pensare di poter pervenire a una qualsiasi ricostruzione storica del contesto indagato sul campo. Mentre il secondo è il richiamo costante al valore sociale della pratica archeologica e alla necessità di vederla sempre come un’attività pienamente inserita nella realtà contemporanea: come tante volte Manacorda ha ribadito, la tentazione di fare archeologia alla maniera degli antiquari e degli eruditi, oppure chiusi nella torre d’avorio del proprio specialismo, può fare piú danni di quelli causati dalla scarsa considerazione riservata dalla politica e dall’opinione pubblica all’antichità e al suo studio. Paradossalmente, si potrebbe insomma raccomandare la lettura del volume soprattutto ai meno avvezzi alla materia, perché si convincano che il mestiere dell’archeologo è una professione vera e propria e non il diletto di personaggi, spesso bizzarri, che si dedicano amorevolmente ad anticaglie prive di qualsiasi valore.

Stefano Mammini

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