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Monografia

Introduzione alla pittura romana

Archeo Monografie n. 35 – Febbraio/Marzo 2020

Introduzione

«Ma in verità non c’è gloria se non per gli artisti che dipinsero quadri»: cosí Plinio il Vecchio, in un passo della sua Naturalis Historia (35, 118), ci informa sull’importanza della pittura su tavola nelmondo antico e di come in essa si dovesse addirittura riconoscere la grande arte. Le parole del naturalista ci offrono inoltre alcune indicazioni sul ruolo dell’artista e sulla sua influenza all’interno della società: dapprincipio legati esclusivamente all’attività politica e sociale, tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C. i pittori divengono figure sempre piú autonome, di spicco e di una certa rinomanza pubblica. Il cambiamento di percezione della figura dell’artista avviene soprattutto con Zeusi di Eraclea (425-397 a.C.) e con Parrasio di Efeso (420-370 a.C.), i due principali esponenti della cosiddetta scuola ionica (fine del V-inizi del IV secolo a.C.): se Zeusi aveva accumulato cosí tante ricchezze grazie alle proprie opere da ostentare mantelli con intessuto il proprio nome in lettere di placche d’oro (Plin. nat. 35, 62), dal canto suo anche Parrasio, ben consapevole della qualità della sua arte, amava portare addirittura corone d’oro in testa e vestire lussuosamente di porpora («nessuno si vantò con piú arroganza di lui della fama artistica; infatti si dette anche dei soprannomi, chiamandosi “L’uomo dalla dolce vita” e in altri versi “Principe dell’arte pittorica”, da lui portata alla massima perfezione: ma…(Continua la lettura sulla Monografia in edicola o ABBONATI ORA!)

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