Archeo Monografie n. 34 – Dicembre 2019/Gennaio 2020
Si dice che a Catone il Censore sia bastato un cesto di fichi per convincere i riottosi senatori romani della necessità di distruggere Cartagine. Fichi di Libia, venduti freschi al mercato cittadino. «La terra che li ha prodotti dista solo tre giorni di viaggio da Roma», diceva Catone al rientro da una missione diplomatica nella metropoli africana nel 150 a.C. Oggi basta un’ora di volo per fare il viaggio. Quindici minuti di taxi e ci si trova sulla Byrsa, quel colle che Elissa/Didone, profuga da Tiro, avrebbe comprato dai nativi per riposare con i suoi migranti: giusto quel tanto di terra che poteva essere contenuto da una pelle di bue (byrsa questo vuol dire, in greco), poi tagliata in strisce sottili, cosí da comprendere l’intera collina.
Qui il panorama è unico al mondo: intorno s’ammirano le rovine della città che fu di Amilcare, Magone, Annibale e Asdrubale; in basso, sul fondo, si vede il doppio porto; piú in là il santuario detto tofet e le terme; oltre gli alberi c’è il quartiere delle ville romane e, piú distanti, le grandi cisterne; e poi altro ancora, d’una città che fu splendida per secoli, fondata, distrutta e ricostruita, prima fenicia, poi romana, vandalica e bizantina. Di tutto questo si parla nelle pagine che seguono, scritte come un invito a visitare il parco archeologico di Cartagine, inserito nella lista del Patrimonio culturale e naturale dell’Umanità giusto quarant’anni orsono. A raccontare la città e presentarne i tesori abbiamo chiamato alcuni studiosi soci della «Scuola Archeologica Italiana di Cartagine» (SAIC), che, proprio sulla Byrsa, sotto i portici del Museo, sta sistemando migliaia di libri donati dagli eredi di Sabatino Moscati, il grande studioso del mondo fenicio e punico scomparso nel 1997: una Biblioteca che, per volontà dei Tunisini, si appresta a divenire un faro di cultura. Con essa, con le borse di studio, i convegni, le pubblicazioni e le ricerche, la SAIC è l’espressione piú attuale della collaborazione italiana in terra magrebina per la valorizzazione del patrimonio archeologico. Di tali impegni abbiamo dato conto in «Archeo» (vedi nn. 403 e 417, settembre 2018 e novembre 2019; anche on line su issuu.com) e, ora, questa Monografia amplia la nostra cooperazione con l’invito a visitare Cartagine, a ritrovare nel suo parco archeologico l’incanto della… (continua la lettura sul numero di Archeo Monografie, richiedi il numero arretrato o abbonati!)