Editoriale
Scultori senza tempo
È doveroso aprire questa pagina segnalandovi, cari lettori, la splendida mostra aperta fino al 30 giugno, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, grazie alla quale possiamo partecipare a quel geniale, inedito processo creativo che portò il figlio di uno scalpellino veneto a creare una «nuova» arte classica, destinata all’eternità quanto il suo modello d’ispirazione. Di «Canova e l’Antico» ci parlano, in questo numero, uno dei maggiori studiosi dell’artista, Giuseppe Pavanello, il direttore del museo partenopeo, Paolo Giulierini, e il nostro Giuseppe M. Della Fina (che ci ricorda come il massimo esponente del neoclassicismo fosse anche impegnato nella politica di tutela: nell’estate del 1815, infatti, Canova si reca a Parigi per inventariare le opere d’arte antica trafugate da Napoleone e poi riportarle in Italia).
Di indubbio interesse è, inoltre, la rivisitazione di Tiberio Claudio Druso, personaggio tra i piú controversi e discussi (i meno giovani di voi ricorderanno Io Claudio, il bestseller di Robert Graves), proposta dalla mostra allestita al Museo dell’Ara Pacis di Roma. Del tutto casuale appare, naturalmente, la coincidenza con fatti di cronaca suggerita dalla patria del primo imperatore nato fuori dal suolo italico: Claudio, infatti, era nativo di Lione.
Volgiamo ora un breve sguardo a Oriente, fonte, oggi come nei secoli e millenni passati, di sorprese magnifiche e sconcerti profondi: passiamo dall’esclusiva intervista allo storico dell’arte Alessandro Bianchi (appena tornato dall’Iraq; alle pp. 22-24), alla grande inchiesta approntata per noi dall’assiriologo Marco Bonechi su uno dei popoli piú antichi e misteriosi del… (continua la lettura sul numero di Archeo, richiedi il numero arretrato o abbonati!)
Andreas M. Steiner